Battistero, Reggia Carrarese e Palazzo della Ragione
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ITINERARIO 2 – GIOTTO E ALTRI MAESTRI
Il Battistero romanico, la cui forma attuale risale al 1260, ospita al suo interno uno straordinario ciclo di affreschi, commissionati da Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco il Vecchio da Carrara, signore di Padova. Il pittore Giusto de’ Menabuoi aveva sostituito Guariento, dopo la sua morte, alla corte Carrarese e dipinge qui uno dei cicli pittorici più spettacolari e meglio conservati del Trecento; in tutto un centinaio di scene, eseguite tra il 1375-78 con le Storie di san Giovanni Battista, di Maria e di Gesù, della Genesi e scene tratte dall’Apocalisse. Nella cupola il celebre, straordinario Paradiso, al centro del quale emerge imponente la figura di Cristo Pantocratore.
Nel Battistero, quella ricerca della spazialità ancora empirica di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, si evolve verso l’illusionismo prospettico, rendendo il ciclo pittorico un capolavoro assoluto dell’arte del Trecento.
Quella che un tempo fu la Cappella della Reggia Carrarese, conserva parte del ciclo di affreschi con le Storie dell’Antico Testamento, dipinte da Guariento e realizzate con quel gusto narrativo che caratterizza tutti i cicli pittorici padovani, patrimonio Unesco. In questo caso il pittore, strettamente legato alla committenza della Signoria, manifesta una dimensione cortese espressa secondo la sua personale interpretazione e che ben si inserisce nella tradizione dell’affresco giottesco. Guariento introduce una nuova modalità di rappresentare il racconto, prosegue e affina le ricerche sulla prospettiva in chiave gotica dimostrando particolare cura nella resa delle architetture, degli arredi e dei dettagli.
Il Palazzo della Ragione rappresenta il ciclo più ampio per superficie dipinta e il più articolato della serie con le quattro grandi pareti interne del grande salone pensile completamente affrescate; la decorazione del ciclo sulle pareti fu affidata a Giotto intorno al 1317-18 che vi dipinse temi astrologici. Un incendio coinvolse l’edificio nel 1420 e la sala fu nuovamente dipinta riprendendo ed evolvendo la tematica giottesca, un enorme ciclo di astrologia giudiziaria dove è descritta l’influenza dei pianeti sulla vita e le contese degli uomini.
Nell’ambito della serie di affreschi Patrimonio Unesco, il ciclo pittorico di Palazzo della Ragione rappresenta l’unica committenza laica e civile: la decorazione viene infatti richiesta a Giotto dal Comune di Padova dopo la conclusione degli affreschi della Cappella degli Scrovegni e si può considerare la “risposta” laica al precedente capolavoro: il giudizio divino e la giustizia terrena.
La decorazione si compone di oltre trecento scene disposte su due comparti: la zona superiore, che corrisponde ai rifacimenti quattrocenteschi e la zona inferiore, che conserva alcune parti trecentesche L’intero ciclo è organizzato all’interno di una struttura architettonica dipinta, un’impostazione che ricorda la soluzione già adottata da Giotto nella Cappella degli Scrovegni. Si conservano all’interno altre opere significative dell’arte del Trecento, in particolare il Processo a Pietro d’Abano che risulta di notevole interesse in quanto il medico e astronomo definì il programma iconografico del Palazzo della Ragione collaborando con Giotto.